Odio essere svegliato dal sole, ancora di più aprire gli occhi e non vedere la mia stanza, bensì solo forme sfuggenti. Alberi? Sì, alberi. Sto guardando un finestrino. Uno di molti, a quanto pare.
Poi persone e puzza.
Ok, finestrini, gente e mondo che scorre. Sono seduto su un bus. Eppure non ricordo di esseci salito, figuriamoci di essermici addormentato!
Devo parlare con l’autista. Mentre percorro il corridoio vedo il numero del bus: 38. Sul cartello nessuna destinazione.
“Mi scusi, dove siamo diretti?”. Sembrerò uno stramboide con questa domanda.
“Al 39”, mi risponde l’autista. Cazzo, è più stramboide di me.
“Non capisco” rispondo, reggendomi a fatica.
“Niente da capire, capo. Siamo diretti al prossimo bus. Scenderà dal 38 per salire sul 39. Come ha fatto dal 37 al 38”.
“Ma io non ricordo nulla!”. Questa situazione mi stranisce.
“Capo, questo è un problema tuo, ma non è la prima volta che ti succede. Ora lasciami quidare, la strada è ancora lunga. Non abbiamo turni brevi, noi autisti”.
E allora faccio così, lo lascio guidare. Osserverò un po’ gli altri.
Mentre attraverso il bus noto un’infinità di visi: facce giovani e facce vecchie, chi è triste e chi sorride.
Una vecchia signora mi guarda interessata. È triste e malinconica, ma mi dà l’impressione di volermi abbracciare. L’idea non mi sembra per nulla rassicurante.
Poi ci sono un po’ di persone giovani. Chiacchierano, più o meno a metà bus.
Ognuno ha uno sguardo peculiare. Una ragazza ha gli occhi pieni di biasimo, sembra volermi dire qualcosa, ma poi gira subito lo sguardo verso un’altra persona. Proprio ora che mi sembrava di capirla. Poi lo rifà, di nuovo e di nuovo ancora. No, non lo reggo.
Vado avanti, sono quasi alla fine del bus. Più o meno dove mi sono svegliato, quasi una vita fa – o almeno mi sembra.
C’è una persona che prima non avevo notato, anzi due, tre.
Per la prima volta persone che mi fanno sentire a mio agio, ma dura poco. Le persone scompaiono, una alla volta.
Quando mi giro mi rendo conto che non c’è quasi più nessuno. Solo la vecchia signora e l’autista.
Va bene, mi godrò il viaggio, vediamo come andrà sul 39.