“Vada sempre dritto, male che vada si perde”. Lo vide girarsi, sorridendo, subito dopo avergli dato quest’informazione inutile; la bocca marcia, dello stesso marciume che lo circondava, in quel distributore di benzina dimenticato da Dio.
Teneva con la mano destra la pistola dell’erogatore ben salda nella bocchetta, mentre si sosteneva con la sinistra appoggiata alla sua utilitaria. Si osservava le scarpe, mentre pensava che per la seconda volta in una giornata aveva ricevuto la stessa indicazione, con le stesse parole, da due tipi fin troppi simili che davano l’impressione di non sapere cosa fosse un dentista.
Che poi, per quanto fosse la sua professione, faceva fatica a immaginare di trovare il coraggio per mettere le mani in quel pozzo putrido.
Click. L’erogatore annunciò di aver terminato il suo lavoro spingendo la levetta sui suoi polpastrelli.
Ripose l’erogatore e ripartì.
“Vada sempre dritto, male che vada si perde”. Non riusciva a ricordare di una sola possibilità di deviazione, da ore non vedeva altro che una strada, dritta come una spada a infilzare l’orizzonte. Come avrebbe potuto perdersi?
Il monotono paesaggio era stato interrotto esclusivamente da due distributori, apparsi proprio quando stava per finire il carburante.
Solo il movimento del sole nella volta celeste scandiva il passare del suo tempo, e ora l’astro si stava per tuffare oltre la sua vista.
La stanchezza e lo sconforto iniziavano a prendere il controllo della sua psiche.
Non avrebbe retto a lungo, dall’ultima sosta erano passate ore, aveva fatto capolino sul cruscotto anche la spia della riserva.
Di nuovo, proprio ora che ne aveva bisogno, vide sulla destra le luci di un distributore. Si avvicinò trascinandosi alla colonnina. Inserì il bancomat, digitò il PIN e iniziò a fare rifornimento.
Una lacrima solcò la sua guancia destra, mentre vide una figura avvicinarsi dall’oscurità. “Vada sempre dritto. Male che vada si perde”.